Viaggio in Abruzzo – Produzioni artigianali
Senza dubbio l’artigianato è uno dei settori fiorenti della produzione abruzzese e al contempo legato alla tradizione popolare. Il più noto esempio a livello internazionale è quello della ceramica di Castelli: i capolavori dei maiolicari castellani sono presenti persino nei musei di New York, S. Pietroburgo, Amsterdam e Stoccolma. La bellezza di queste lavorazioni ha portato Carlo Levi a definire la chiesa di S. Donato – che presenta un soffitto interamente decorato con maioliche nel cinquecento – “La Cappella Sistina della Maiolica”. Non a caso, è consuetudine che il turista in visita a Castelli porti via con sé una mattonella commemorativa dipinta a mano che De Ruta ogni anno firma per collezionisti e non.
Anche l’arte orafa in Abruzzo ha tradizioni antiche. “La Presentosa” – gioiello che trae il nome dalla parola “presente”, cioè “regalo” – offerto da un pretendente alla corteggiata mostra diverse figure che stanno a sottolineare i momenti importanti del vincolo matrimoniale. Scanno ha reso invece famosi degli orecchini chiamati “Cioccaglie longobarde” o “Circeglie”, così come la “Cannatora”, la quale è una collana di acini che imitano le fattezze dell’uva spina.
Nella provincia dell’Aquila la pratica del ricamo e del tombolo viene oggi valorizzata negli Istituti d’Arte: a Pescocostanzo e Scanno ci sono scuole legate alla tradizione lombarda, mentre all’Aquila la diversa lavorazione del tombolo è quella tradizionale delle Fiandre e del Belgio.
A Bassano (AQ) abbiamo invece la rameria più antica d’Europa. Qui si produce ancora la famosa conca di rame che anticamente le donne utilizzavano per portare in casa l’acqua dal pozzo mettendola in equilibrio sulla testa dopo avervi appoggiato un panno arrotolato.
A Guardiagrele (CH) e Aquila, bellissimi capolavori in ferro battuto vengono esportati in tutto il mondo. A Francavilla (CH) ed a Città S. Angelo (PE) si producono i fuochi d’artificio che sono il fiore all’occhiello di ogni festa che si rispetti.
A Lanciano si producono le “Pignate” (pentole) e campanelle di mezza maiolica che sono fondamentali per la riuscita dei piatti tradizionali della cucina abruzzese.
A Loreto Aprutino (PE) si producono artigianalmente dei coltelli contadini per gli innesti arborei ed altro. A Taranta Peligna (CH), già dal quattrocento, la coperta abruzzese “Taranta”, con un disegno tipico di un fiore inserito in un rombo e che nella storia è giunta persino alla corte di Francia.
In varie province vengono ancora realizzati a mano i cesti intrecciati con canne pulite e sfilettate, con delle bacchette di ulivo o con dei giunchi, utili per l’attività agropastorale.
A Basciano (AQ) e Penne (PE) si fabbrica a mano “Le Dubbotte” – una specie di piccola fisarmonica variopinta la quale continua ad accompagnare i canti popolari, come la più nota “Vola vola vola”, il cui testo è il seguente:
«Vulesse fa arvinì pe n’ora sola,
lu temp bell de la contentezze,
quand’ pazzìavam’ cor’ a cor’ e tè
cuprè de vasce e de carezze.
e…vola vola vola, e vole lu pavone
si ti lu cor’ bbone, mò fammice arpruvà.
E …vola vola vola, e vole lu cardille
‘nnu vasce a pizzichille ‘n me le pù negà.»
(«Vorrei far ritornare per un’ora sola,
Il bel tempo della contentezza,
quando giocavamo cuore a cuore e
ti coprivo di baci e di carezze.
E vola vola vola, e vola il pavone
Se hai il cuore buono
Adesso fammici riprovare.
E vola vola vola, e vola il cardellino
Un bacio a pizzicotti
Non me lo puoi negare.»)